Notule

 

 

(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XV – 08 aprile 2017.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]

 

La danza ha battuto l’esercizio motorio ripetitivo nell’indurre neuroplasticità cerebrale negli anziani. Un gruppo di 22 volontari dai 63 agli 80 anni di età è stato diviso con assegnazione random in due sottogruppi: uno ha seguito un programma di danza con costante studio e apprendimento di nuovi passi; l’altro è stato impegnato in un programma di fitness con esercizi ripetitivi. Dopo sei mesi, il volume della materia grigia del giro precentrale dei danzatori era notevolmente accresciuto; entrambi i gruppi presentavano un miglioramento dell’attenzione. Dopo 18 mesi migliorava in tutti la memoria verbale, ma solo nei danzatori aumentava il volume della regione paraippocampale. [Cfr. Müller P., et al. 9: 56 doi: 10.3389/fnagi.2017.00056, 2017].

 

In pazienti affetti da SLA in Cina per la prima volta rilevate mutazioni in CHCHD10. Shen e colleghi del Dipartimento di Neurologia dell’Università di Pechino, esaminando la regione codificante del dominio CHCHD10 in 424 affetti da SLA sporadica, 73 affetti dalla forma familiare e 204 controlli sani, hanno identificato due varianti: una in un introne, l’altra patogenetica (g.877C>T,p.P23L), in precedenza rilevata in un paziente cinese affetto da demenza fronto-temporale. [Cfr. Neurobiol Aging  - AOP doi: 10.1016/j.neurobiolaging.2017.02.011, 2017].

 

Fenotipo ansioso dovuto a ridotta esposizione a neurosteroidi in utero. I neurosteroidi sono essenziali per il fisiologico sviluppo del sistema nervoso centrale del feto. Poiché disfunzioni dell’allopregnenolone sono state caratterizzate nella depressione, nei disturbi d’ansia e nel disturbo post-traumatico da stress, Cumberland e colleghi hanno indagato oscillazioni difettive dell’ormone durante la gestazione di cavie. Dopo la nascita, le femmine hanno presentato un fenotipo vulnerabile ai disturbi d’ansia, con la tendenza a sviluppare fobie per cambiamenti dell’ambiente. [Int J. Dev Neurosci. 58: 50-58, May 2017].

 

Identificato un fattore di trascrizione che regola la gliogenesi nel sistema nervoso enterico. Il sistema nervoso enterico (ENS) controlla la maggior parte delle funzioni gastrointestinali con una varietà di cellule nervose e gliali che assumono importanza anche in molte malattie gravi del tratto digerente. Una migliore conoscenza dello sviluppo dell’ENS potrebbe modificare radicalmente terapia e sopravvivenza in molte di queste malattie. Charrier e Pilon dell’Università del Quebec hanno identificato nel fattore di trascrizione NR2F1 un nuovo regolatore della gliogenesi enterica. [Cfr. Neurogenesis (Austin) 4 (1): e1293958. eCollection, 2017].

 

L’estratto di guaranà, bevuto in Brasile come stimolante cognitivo protettivo per il cervello, fa veramente bene? La gradevole e popolarissima bevanda brasiliana in uso già in epoca precolombiana è stata studiata da Mingori e colleghi per i suoi presunti effetti di protezione dallo stress ossidativo, che prolungherebbero la giovinezza cerebrale anche in età avanzata. La nota capacità di stimolo cognitivo ha portato a paragonare l’estratto di Paullinia cupana Mart. (guaranà) alla caffeina, ma senza gli effetti negativi della metil-xantina e, si crede, con virtù anti-invecchiamento. Lo studio di Mingori ha rilevato: 1) la caffeina ma non il guaranà determinava un aumento dell’attività esplorativa e una riduzione di comportamenti equivalenti dell’ansia; 2) l’attività della catalasi, nei ratti trattati con guaranà, diminuiva nell’ippocampo ed aumentava nello striato (!); 3) sia il guaranà che la caffeina alteravano alcuni dei parametri analizzati nell’ippocampo e nello striato, secondo un criterio “tessuto-specifico”; 4) non si aveva un miglioramento rilevabile dei processi cognitivi; 5) il guaranà ha determinato modificazioni nell’apparato molecolare dello stress ossidativo e di vie di segnalazione implicate nei processi neurodegenerativi, inibendo molecole di vie biochimiche rilevanti per la sopravvivenza nell’ippocampo e nello striato, potenzialmente contribuendo allo sviluppo di microambienti sfavorevoli per la fisiologia cerebrale e nei processi neurodegenerativi. Se i risultati di questo studio saranno confermati, un’abitudine radicata in alcune aree del Brasile più del consumo di caffè, nicotina e alcoolici, dovrà essere abbandonata. [Cfr. Neurochem Res. - AOP Mar 27 doi: 10.1007/s11064-017-2238-4, 2017].

 

Autismo: 40 istituti americani ed europei si sono scambiati 2156 set di immagini per studiare la connettomica dei disturbi dello spettro dell’autismo. Ha avuto luogo la seconda edizione dell’Autism Brain Imaging Data Exchange (ABIDE II) finalizzata al progresso della ricerca sulla connettomica cerebrale nei Disturbi dello Spettro dell’Autismo (ASD). La prima edizione dello scambio di immagini funzionali del cervello di pazienti affetti da disturbi pervasivi dello sviluppo con sintomatologia autistica aveva avuto luogo nel 2012, ed aveva portato alla condivisione di 1112 set di dati. Questa nuova “risorsa aperta di dati multi-sito” è costituita da immagini in risonanza magnetica funzionale (fMRI) dello stato di riposo cerebrale (resting state) associate alle corrispondenti immagini strutturali, ottenute mediante scansioni tomografiche di risonanza magnetica nucleare, e ai set di dati fenotipici. ABIDE II include raccolte di dati provenienti da altri 487 pazienti affetti da ASD e 557 controlli sani precedentemente forniti da 16 istituzioni internazionali. Oggi la combinazione di ABIDE I e ABIDE II fornisce ai ricercatori 2156 unici “cross-sectional datasets” che consentono una selezione di campioni per scoperte o repliche. Le grandi dimensioni del repertorio di dati può sicuramente facilitare l’identificazione di sottogruppi neurobiologici, così come può aiutare gli esami preliminari delle differenze sessuali che si riscontrano in bambini e ragazzi affetti da ASD. Alle immagini in risonanza magnetica nucleare strutturale e funzionale sono aggiunti anche 284 set di dati di diffusion imaging. Inoltre, ABIDE II include uno spettro di variabili psichiatriche per aiutare la comprensione dei correlati neurali di psicopatologie associate. Si ritiene e si spera che lo studio di tutte queste immagini possa contribuire a svelare gli elementi chiave delle fonti di eterogeneità nei disturbi dello spettro dell’autismo. [Di Martino A., et al., Sci Data 4:170010.doi: 10.1038/sdata.2017.10, 2017].

 

Registrazioni video che documentano gli sbadigli degli elefanti. Sia Elephas maximus (elefante asiatico) sia Loxodonta africana (elefante africano), contrariamente a quanto ritenuto in passato, sbadigliano, come è stato documentato da registrazioni video condotte in 39 diversi siti zoologici. [Rossman Z. T., et. al., Front Vet Sci. 4:22, 2017].

 

Ritorna la discussione su Persinger e il “Casco di Dio” che sembrava dimostrare sperimentalmente le tesi degli atei. Nell’ambito della discussione avviata all’inizio del mese scorso (v. Notule dell’11-03-17: La “Ricerca dello Spirito nel Cervello” ritorna di attualità), che prendeva le mosse dall’identificazione di correlati neurofunzionali di esperienze mistiche, spirituali e religiose, quali le attività delle aree temporali, della rete DMN, della rete della “Teoria della Mente” e di processi top-down originati dalla corteccia cingolata anteriore e dalla corteccia prefrontale mediale, sono stati riproposti gli esperimenti e le tesi dei sostenitori di una visione materialista e sostanzialmente atea. In particolare, si riportano due stralci relativi agli studi del gruppo di Michael Persinger della Laurentian University in Ontario (Canada):

Persinger e il suo gruppo hanno realizzato un apposito strumento in grado di generare campi elettromagnetici deboli e focalizzarli in aree circoscritte della superficie corticale. Simile ad un casco da motociclista, di un vistoso colore giallo, il copricapo in grado di stimolare parti discrete del lobo temporale, ha ricevuto il suggestivo nome di “God helmet”.

E’ difficile sintetizzare in poche righe il lavoro di Persinger e dei suoi collaboratori, perché i loro esperimenti sono stati condotti per anni su centinaia di volontari e con diversi paradigmi sperimentali; per questo ci limiteremo a considerare solo il risultato più rilevante ottenuto dal team canadese: il “casco divino” è in grado di indurre la sensazione di una presenza spirituale e materiale al contempo, in assenza di altre persone nella stanza in cui avviene l’esperimento.

Durante i tre minuti di stimolazione temporale mirata, le persone sottoposte all’esperimento riferiscono ciò che provano traducendolo nel linguaggio della propria religione e della propria cultura. Alcuni dicono di sentire la presenza di Dio, altri di Budda, altri ancora parlano di una presenza benevolente o del miracolo dell’universo. In questo stato mentale, qualcuno riferisce di sentire come una beatitudine cosmica che rivela una verità universale.

Persinger conclude che l’esperienza religiosa e la fede in Dio, non sono altro che la conseguenza di anomalie elettriche cerebrali, e la vocazione, anche delle figure più carismatiche delle grandi religioni, quali Mosè, San Paolo, Maometto e Budda, sia originata da tali disturbi neurologici.” (v. La Ricerca dello Spirito nel Cervello, p. 4, in “IN CORSO”).

“Nonostante numerose critiche, la tesi e le interpretazioni di Persinger hanno goduto di un notevole credito fino al 2005, quando un gruppo di ricercatori svedesi ha condotto uno studio di verifica provando a ripetere i risultati ottenuti con il “God helmet”. Il rigore e l’impegno del team scandinavo ha consentito l’allestimento di procedure ottimali, ma gli esperimenti non hanno riprodotto i risultati canadesi[1], che pertanto non sono stati confermati.” (v. La Ricerca dello Spirito nel Cervello, p. 5, in “IN CORSO”).

La riflessione prosegue, e il dibattito pure.

 

Notule

BM&L-08 aprile 2017

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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[1] Si fa menzione di questo lavoro alla p. 41 di David Biello, Searching for God in the Brain. Scientific American MIND 18 (5), 38-45, 2007.